Monica "Cromilla" Dorigatti - Ladakh, una terra da scoprire
Riepilogo carrello
Il tuo carrello è vuoto
Prodotti nel carrello: 0
Totale Prodotti: € 0,00
Monica "Cromilla" Dorigatti - Ladakh, una terra da scoprire
Nuova Delhi, un tripudio di colori e odori. E quante persone!
Inizia il racconto di questo viaggio in Ladakh dopo aver salvato nel mio computer le oltre 2 mila foto scattate durante questa avventura. Le ho riguardate tutte: quanti ricordi!
Entriamo in India a Nuova Delhi, nella megalopoli di oltre 28 milioni di abitanti.
L’impatto è incredibile! Tanti colori, odori e rumori che ti disorientano e incuriosiscono.
Col pulmino andiamo al complesso Qutub, Patrimonio dell’Unesco.
Passeggiando con un caldo asfissiante visitiamo la grande Moschea Quwwat-ul-Islam e il Qutub Minar, il minareto in mattoni più alto del mondo con i suoi 73 metri organizzati in 5 piani. Il clima è torrido: ci sono 40º gradi, percepiti 45º. Un po’ di fresco arriva nel ristorante dove mangiamo.
Passate le ore più calde usciamo per visitare la città: andiamo nella moschea Jama Masjid. Si staglia imponente in cima a una collina di fianco al mercato della Vecchia Delhi. Per entrare ci leviamo le scarpe. Tutti indossiamo un abito o un pareo per coprire le braccia e le gambe.
La moschea è meravigliosa, costruita con pietre di 4 colori diversi: marmo bianco, arenaria rossa, arenaria gialla e marmo nero. È stracolma, ogni venerdì si riuniscono 5/6 mila persone, per il Ramadan anche 25 mila.
Dopo ci addentriamo nella città vecchia, Jolender ci introduce tra i vicoli. Raggiungiamo il mercato delle spezie, 500 botteghe, i colori e i profumi si spargono ovunque. Saliamo sui risciò e inizia “la gara” tra i conducenti e ridiamo come ragazzini mentre ci sorpassiamo allegramente tra la calca continua di persone e mezzi! Lungo la strada vediamo molte persone povere. Rientro in hotel con sentimenti contrastanti, da una parte felice ed euforica come tutto il gruppo, dall’altra un po’ di magone.
Le tre regole della strada
Il giorno successivo ci siamo svegliati prestissimo per prendere il treno. Alla stazione alcuni facchini prendono i nostri borsoni caricandoli sulla testa e a braccia. Ci sediamo in prima classe, sembra un nostro treno regionale di molti anni fa. Già ieri avevo il magone, oggi sono davvero triste nel vedere bambini piccoli a rovistare nei mucchi di spazzatura e persone che vivono nelle baracche.
Arriviamo a Chandigarh ed ecco di nuovo il caos! Ci fermiamo per pranzo, comincio ad abituarmi agli odori e ai sapori speziati, qui usano ovunque peperoncino, curcuma, cumino, cardamomo e coriandolo. Alle 9,30 del giorno seguente prendiamo le Scram 411. Ieri Jolender ci ha spiegato le tre regole della strada:
1. Suonare
2. Pazienza
3. E buona fortuna!
Qui suonano tutti come matti, c’è scritto dietro a tutti i camion: BLOW HORN
Quindi bisogna suonare!
Giungiamo ad uno storico monastero: fu fondato nel XVII sec dal Lama Deva Gyatso, che qui visse fino alla morte. Sulle pareti sono rappresentati gli 84 Siddha, i grandi maestri tantrici tibetani.
Un nuovo giorno ha inizio!
Il giorno dopo mi sveglio piena di energie dopo aver fatto una bella dormita. Poi colazione super e mi sento benissimo, carica a mille.
Arriviamo alle moto e troviamo le bandierine tibetane legate sul manubrio. Un altro gesto gentile di Tashi. Mi spiega che sono di 5 colori (blu, bianco, rosso, verde e giallo) come i 5 elementi (Cielo, Aria, Fuoco, Acqua e Terra). Sopra sono stampate le parole sacre "Om Mani Padme Hum" e il vento che le farà muovere spargerà la preghiera portando pace e tranquillità.
La sensazione che provo è di grande serenità, sulla nostra destra scorre placido il fiume Bagh mentre davanti a noi le montagne sono bianche di neve. È lassù che siamo diretti.
Partiamo. La strada è in brutte condizioni. Durante il tragitto facciamo alcune pause. Continuiamo a salire, la neve a tratti occupa la nostra carreggiata. Sulla destra appare il Lago Suraj Tal, è tutto ghiacciato e finalmente ecco il Baralachala Pass a 4850 metri, il nostro primo passo d’alta quota!
Poco dopo ci fermiamo per il pranzo. Ci riposiamo un po’ prima di ripartire per l’altopiano di Sarchu dove arriviamo nel primo pomeriggio. Prendiamo posto nel nostro campo tendato, siamo scesi di quota e siamo “solo” a 4300 metri eppure non mi sento benissimo, ho un po’ di mal di testa e senso di nausea. Qui è disponibile l’ossigeno ma preferisco aspettare.
Qui internet non c’è, sinceramente non mi dispiace staccare un po’ e dedicarmi invece a scrivere il diario per fissare i momenti della giornata.
Viaggiare in alta quota
Notte tosta. Partiamo alle 8:00. Scendiamo un po’ di quota per poi risalire e in soli 11 km arriviamo a oltre 5000 metri al LACHUNGLA PASS! Sul tratto asfaltato mi rilasso e guido tranquilla. Deviamo per il TSOMORIRI LAKE. Alle 18:00 circa arriviamo al nostro campo tendato sul lago Tsomoriri, di fronte a noi oltrepassato il lago c’è la Cina. Ci accolgono con una tazza di the e un secchio di acqua calda che non mi è mai sembrato così bello!
Ceniamo tutti insieme e dopo nel silenzio più assoluto. Sono le 22:15 e tutto tace, sono tutti tra le braccia di Morfeo. La borsa dell’acqua calda ha scaldato il mio letto, vado anche io sotto le coperte.
Durante la notte ho dormito benissimo quindi ho recuperato tutte le energie necessarie per rimettermi in viaggio. Facciamo una sosta lungo il Lago Tso Moriri e al Lago Kyagar.
A Puga Sumdo deviamo a destra lungo la INDUS VALLEY, la strada scorre tortuosa lungo il fiume, lo vediamo sulla nostra sinistra per tutta la giornata. Ci fermiamo più volte a bere il the nero e ogni volta acquisto per curiosità qualche prodotto che non conosco.
Da 4500 metri della zona del Lago Tsomoriri oggi abbiamo viaggiato a una quota intorno ai 4000 e stasera nanna tra 4 guanciali nel nostro bellissimo resort a 3800 metri. La cosa più bella? Che finalmente dopo due giorni mi sono goduta una fantastica doccia e shampoo!!!
Per 2 giorni siamo stati totalmente senza connessione e anche stasera non è molta. Vi posso dire la verità? È stato un bene. Cena super e vado a riposare, la giornata è stata meno impegnativa delle precedenti ma la polvere e il sole caldo stancano abbastanza! Domani ci aspetta un altro passo molto alto
Il Lama al monastero Sakti
Questa notte ho dormito come una principessa. Alle 8,00 una colazione super. Alle 10,00 siamo in sella percorrendo la stradina che già ieri era addobbata per la festa Capisco: una festa religiosa perché ci sono anche parecchi monaci. Arriviamo nel punto di ritrovo, il monastero di Sakti. Sotto un grande ombrello c’è il Lama, sono lontana e non riesco a vederlo finché, arrivato alla postazione d’onore, circondato da altri monaci si siede e mi accorgo che è un bambino. Un volontario del servizio d’ordine mi dice che il suo nome è Skyabje Tsetrul Rinpoche.
Ripartiamo: ci attende il Warila Pass e sappiamo già che sarà impegnativo a causa della neve. Iniziamo a salire in un susseguirsi di tornanti stretti e con molto dislivello ma con un bell’asfalto. Dopo molti km percorsi leggo il cartello WARILA, impazzisco di gioia. Scendendo sono estasiata da tutta quella neve che brilla. incontro degli YAK, che non me lo faccio un selfie?!!!
Alla fine entriamo nella Nubra Valley. Sono sudata, fa veramente caldo e il verde degli alberi mi da una piacevole sensazione di benessere. Il nostro campo tendato a Sumur appare come un miraggio dopo tutti questi km arsi dal sole.
L’ultima tappa del viaggio
Nella mia tenda super comoda ho dormito quasi 9 ore eppure sono stanca. Quindi stamattina colazione extra: omelette, pane tostato, marmellata, yoghurt e patate fritte. Partiamo verso il Monastero di Diskit ma la strada è interrotta per i lavori di ripristino dopo una frana.
Pochi km e svoltiamo per il monastero, la strada si inerpica. In cima svetta imponente la statua del Buddha del Futuro alta 32 metri rivolta verso il fiume Shyok. All’interno del monastero troviamo statue del Buddha e della Tara oltre che una poesia del Dalai Lama che si intitola “Never Give Up”.
Ci spostiamo di pochi km e raggiungiamo le dune di sabbia di Hunder, un vero deserto nella Nubra Valley attraversato dai rigagnoli del fiume dove pascolano i cammelli battriani. Qui si può andare con i quad, fare il picnic e qualcuno si immerge nelle acque per trovar refrigerio!
Questa è l’ultima tappa del viaggio in Ladakh. La giornata inizia nella meravigliosa Nubra Valley, dove il fiume compie il miracolo di rendere il terreno fertile Dispiace lasciare questa oasi. La strada scorre “tranquilla” nonostante non manchino le “solite” buche, pozzanghere e frane!
Il panorama che vedo davanti ai miei occhi invece continua a sorprendermi.
Passiamo dalla rigogliosa Nubra Valley, alle montagne aspre che culminano in uno spettacolo incredibile di neve candida. Ci fermiamo diverse volte e impieghiamo più di un’ora per arrivare in cima, c’è tantissima gente, tutta euforica di aver raggiunto il Khardungla Pass a 17982 piedi (5480 metri). Quassù c’è anche il bar più alto del mondo ma ci aspettano a Leh e si riparte.
Scendo lentamente, voglio godermi ogni metro. A Leh ci attende la famiglia di Tashi, ci accolgono nel loro hotel e la mamma prepara la cena più buona di tutto il viaggio. La mattina successiva visitiamo lo SHANTI STUPA, il monumento buddista. Lo stupa è stato costruito nel 1991 e contiene le reliquie del Buddha che sono state custodite dal XIV Dalai Lama.
In città riconsegniamo le moto, mi dispiace sempre lasciare una compagna d’avventura, un ultimo saluto alla fida Scram che mi ha fatto vivere un tour sensazionale. La cittadina di Leh è piena di negozi e ci concediamo un po’ di shopping.
Sorvolando queste meravigliose montagne piene di neve andiamo in direzione New Delhi e approfittiamo per l’ultimo giro in città.
Ci imbarchiamo, voliamo sopra le nuvole, la mente ripercorre luoghi e momenti, le persone incontrate, gli sguardi e i sorrisi sinceri. Mi porto a casa tanta bellezza nel cuore.
Arrivederci Ladakh
अलविदा लद्दाख 🤍